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LE FERITE DELL'EROE

Contenuti

Le Ferite dell’Eroe è un percorso di 5 incontri online centrato sul Personaggio inteso veramente come Persona Umana. In questo percorso si analizza in che modo il Personaggio possa aiutare l'attore a capire il senso del dolore e a entrare in relazione con il proprio, per portare in scena un personaggio il più possibile credibile e reale.

Metodologia: A un set up teorico di partenza, che serve ad avere una mappa globale ed essenziale della struttura delle storie e del ruolo dei personaggi al loro interno, seguono parti di analisi filmiche, durante le quali il percorso si fermerà ad ogni inquadratura con una riflessione il più possibile puntuale e precisa. 

Tra gli obiettivi di questi incontri c'è anche quello di fornire elementi di linguaggio cinematografico e di lettura dei comportamenti. 

Programma (i titoli dei film sono provvisori)
Introduzione al concetto di Ferita.

Prima Ferita. Invasione. 

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – Martin McDonagh 2017

Seconda Ferita. Abbandono. 

Notting Hill – Roger Michell 1999

Terza Ferita. Tradimento. 

Mystic River – Clint Eastwood 2003

Quarta Ferita. Privazione. 

American Beauty – Sam Mendes 1999

Quinta Ferita. Vergogna. 

Il Diavolo veste Prada – David Frankel 2006

 

A chi è rivolto

Il seminario online, già incluso nel programma didattico di Centro Studio Attori, è aperto ad attori, registi, sceneggiatori e drammaturghi e a chiunque sia interessato.

Date e orari

4, 18, 20, 25, 27 marzo 2024

dalle 19:00 alle 21:00

Quota di partecipazione

La quota di partecipazione per il seminario è di 150 € + 10 € di quota associativa.

Candidature

Per candidarsi basta inviare  il proprio curriculum vitae e 2 foto all’indirizzo segreteria@centrostudioattori.it   entro il 23 febbraio 2024.

L'insegnante Giovanni Covini

Inizia il lavoro nel cinema dal teatro, con un diploma in Regia alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi nel 1990. Consegue un master di sceneggiatura con: Robert Mc Kee, Davide Pinardi, Jean Claude Carrière, Doriana Leondeff.

Negli anni ha girato corti, medi e lunghi di fiction e di documentario. 

Nel 2005 vince il David di Donatello e nel 2006 il Nastro d’Argento Miglior Corto con il documentario Un inguaribile amore.

Dal 2009 insegna Linguaggio cinematografico e Direzione degli attori presso la Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e presso la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano.

Nel 2011 per Teatro Gioco Vita scrive la drammaturgia de I viaggi di Atalanta, spettacolo di teatro d’ombre diretto da Anusc Castiglioni, in scena al Piccolo Teatro di Milano e in tournée in Francia e Spagna.
Nel 2012 scrive e pubblica con Dino Audino Editore Le Ferite dell’Eroe, testo di tecnica e analisi cinematografica. 

Nel 2018 realizza il documentario Who's Romeo, selezionato nel 2019 a numerosi festival nazionali ed internazionali e visto in quell'anno da più di 3000 studenti delle Scuole Superiori.


Lavora come acting coach per la preparazione di attori ai provini per film nazionali e internazionali.
È story analist presso StoryTel, dove analizza e aiuta alla risoluzione dei problemi di assetto delle storie di nuova produzione.

Tiene diversi workshop in Italia sulle strutture narrative, la costruzione del personaggio e su elementi di regia cinematografica.

"È nel dolore che nasce l’empatia umana, è dal dolore che partono tutte le più grandi domande sull’esistenza, è attraverso il dolore che Persona e Personaggio trovano la propria identità più matura e più piena.

Il dolore che sentiamo, però, è soggettivo per natura e non sempre sembra essere proporzionato a quel che avviene nella realtà.

Alla fine, il mondo è sempre il nostro mondo. Con i valori, gli equilibri, le priorità e i mezzi di ognuno di noi.

Attraverso questi 5 incontri ci immergiamo in 5 grandi ferite, nelle quali tutti noi possiamo riconoscerci. Ci sentiremo meno soli, invogliati a parlarne, incoraggiati dal rispetto che si usa verso il Personaggio nel quale ci identifichiamo.

Il nostro dolore può essere riconosciuto. Può essere chiamato per nome. Può diventare un luogo di relazione. Può svelare la risorsa che nasconde.

Niente di clinico, niente di psicanalitico: semplicemente un modo di guardare a noi stessi con amore attraverso le storie".

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Giovanni Covini

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